(autoproduzione) Autore e musicista poliedrico, mascherato e con all’attivo ben quindici album nei quali la musica si abbina alla recitazione e la narrazione. “Future Metal” è un po’ il manifesto di Red Sky esternato attraverso l’allegoria di una storia, un concept. I testi di “Future Metal” sono in italiano e giapponese. L’incipit dell’album sembra un audiolibro nel quale si introduce la storia di questo samurai solitario che scorazza per l’universo e assorbe le culture musicali più disparate, le quali veicolano tutte nel suo ‘future metal’, nonostante le prove da compiere e le interferenze di un demone che lo segue, Marek. Red Sky si assesta su un alternative metal con le influenze moderne più conosciute – posto che già l’alternative metal quanto il metal di oggi è fatto da residui preesistenti – come il nu metal, il rap, groove metal e tanta elettronica. Le narrazioni si ripetono all’interno dell’album alternandosi ai pezzi. Dunque l’ascoltatore dovrà condividere la voglia di fruire la musica con la storia in essere. “Future Metal” è composto da sedici tra canzoni e narrazioni, il tutto in soli trentotto minuti circa. Lodevole la capacità di sintesi dell’autore. Il cantato in stile trap si alterna a linee cadenzate e quasi rap ma a strofe in italiano seguono poi quelle in giapponese. Per tanto la fruizione della storia ha bisogno dunque dei testi scritti per essere assorbita. Sulla musica c’è dunque l’assemblaggio tra trap, elettronica in stile neo-industrial, esempi di groove metal e metalcore. Si arriva a qualcosa che si avvicina a cose tipo Bring Me The Horizon ed anche a Electric Call Boy e tutte le trap e simili di questi periodi. Purtroppo però i pezzi si somigliano troppo, nonostante Red Sky sia stato sempre abile a piantare l’elettronica nelle sue composizioni per vestirle in maniera peculiare. L’impressione è che molti pezzi siano come delle basi ai testi e non strutture musicali che creano, fanno la canzone. L’estrosa creatività di Red Sky è risaputa, la voglia di spingersi oltre e osare è un concetto insito in quello stesso dell’album, cioè liberare il metal dai pregiudizi e canovacci soliti. Mischiare i generi e fare del crossover ma non è una affatto una novità e anzi è diventato un po’ il modo di suonare di oggi. Esiste uno scarto tra chi ha voglia di non avere confini artistici e chi nei confini ci vive comunque, col rischio di non ottenere un punto di incontro. “Future Metal” non è fluente perché è messo in una storia che deve essere spiegata o narrata, cantata e in due lingue e con la musica messa ad accompagnamento. Forse è un po’ troppo perché non è più osare è un eccedere.
(Alberto Vitale) Voto: s.v.
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