(autoproduzione) L’allegra combriccola rock di Glastonbury si affida all’ex Duran Duran Andy Taylor per il sesto album in carriera. Taylor ha già lavorato con i Reef, sia in studio che dal vivo. Nella seconda metà degli anni ’90 la band di Glastonbury ha riscosso il suo giusto successo commerciale, sia in termine di vendite che di piazzamenti in classifica. Qualcuno ha addirittura inquadrato i Reef, senza troppa ragione, nell’ondata Britpop, ma loro si sono distinti per un rock energico, elettrizzante e con tracce di classicità soprattutto di Led Zeppelin e The Rolling Stones. A proposito degli Stones, nella band è entrato a far parte da pochi anni Jesse Wood, figlio proprio di quel Ronnie Wood dei The Rolling Stones. “Shoot Me Your Ace” al momento in cui si redigono queste righe, non prevede il supporto di un’etichetta, ma chissà che le cose non cambino magari nel lasso di tempo che intercorre tra la chiusura di questo pezzo e la sua messa online. Wood, che suona le parti di chitarra, alle quali ha comunque dato una mano Andy Taylor, crea un avvolgente sound ispirato da un po’ di anime che da tempo abitano quello della band inglese. Si è detto dei The Rolling Stones (per esempio in “Best of Me”), dei Led Zeppelin, in maniera copiosa, il tutto riportato al rock and roll e con qualche robusta vena blues (come in “When Can I See You Again”), oltre a sporadici accenni southern rock, tra gli elementi che emergono in queste canzoni. Gary Stringer esplode la sua voce graffiante e bruciata ovunque, lasciando che il colpo da maestro al sound degnamente r’n’r si dimeni assolato, sanguigno e tradizionale nei dieci pezzi nei quali alcuno è superfluo. A proposito, bravissimi nella canzone “Everything Far Away”… Lo sono per tutto l’album ma in quella toccano livelli eccellenti.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10