(Aesthetic Death) Provenienti dalla Solitude Productions e dalla sua sottoetichetta Slow Burn, con le quali hanno pubblicato già due album, i bielorussi, sono di Minsk, Reido si fanno nuovamente avanti con un doom funesto, lucido nei suoni e dalle melodie decadenti. Ciò che sorprende e positivamente durante l’ascolto di “Anātman” è la produzione pulita e netta nei suoni, pur con la giusta dose di reverbero. “Anātman” è stato missato e masterizzato al BlastWave Studio, ovvero lo studio casalingo di Anton Matveev, chitarra e sintetizzatori del gruppo. Insomma, lui è il Jimmy Page dei Reido, colui che architetta l’ingegneria del suono e magnificamente tra l’altro! Alexander Kachar, chitarra, basso e voce, e Dmitry Knochkin, batteria, riformano la band che resuscita dopo quasi otto anni dal precedente lavoro. Kachar e Matveev sono il duo storico e ritornare dopo tanto tempo non sarà stato facile, ma sin dalle prime battute dell’album l’aria che tira lascia comprendere che qualcosa la band ha avuto modo di pensare, creare per produrre un’ora di musica. Sei composizioni dove la metà superano abbondantemente la dozzina di minuti di media, con altre tre al di sotto dei cinque e una meno di nove minuti. Ritmi lentissimi e marcati, note prolungate, il basso delicato e pulsante, soprattutto poi dei synth che si aggiungono all’apparato delle chitarre che erigono questa teatrale, mesta, cavernosa e decadente atmosfera doom metal. Funerea, triste, assurdamente prolungata, la materia sonora dei Reido, qualcosa di certamente adatto agli appassionati del genere. Rispettando ogni canovaccio di stile, l’uso del growl profondo e gutturale ad esempio, la band emerge con un album decisamente ispirato, in linea con i sentimenti che occorrono per suonare questo stile musicale. Escludendo la title track, un atmospheric-ambient governato dai synth e che funge da introduzione alla conclusiva “Vast Emptiness, No Holiness”, l’album offre un’identità quasi unica dei pezzi, riuscendo ad essere un trasporto anche per via di alcuni anfratti di questa fiumana che i Reido hanno intitolato “Anātman”, dove assume connotati diversi dal flusso generale. Qualche ascolto in più e la corrente di “Anātman” trasporterà l’ascoltatore.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10