(Pure Underground) Conosco i fiorentini Renegade per la loro onorata militanza con la sempre eccellente My Graveyard Productions: li ritrovo ora, a qualche anno di distanza da “W:A:R”, con questo quarto album che esce per la Pure Underground Records. La band non ha nulla da dimostrare a nessuno, e infatti compone un disco non troppo veloce ma di grande sostanza e solidità, per tre quarti d’ora di heavy metal nel segno degli anni ’80, ma comunque con un tocco di personalità che fa sentire lontano chilometri che si tratta di una formazione italiana. La opener “Nobody lives forever” è molto serrata, con un incedere granitico, ma non dimentica la melodia nel ritornello. “The World is dying” si volge invece a uno speed d’annata; pezzo forte della scaletta è certamente il mid-tempo “Awaiting the Storm”, dalle venature epiche e con un basso manowariano. “The endless Day” è una agile cavalcata maideniana; con “Trail of Tears” i Renegade sfoderano un altro pezzo epico e maestoso, dalla lunga durata (quasi nove minuti), che trasmette solidità e compattezza. Con la possente titletrack, elaborata nel segno dei Priest, si chiude un disco che soddisferà ampiamente defenders vecchi e giovani.
(René Urkus) Voto: 7,5/10