(Trancending Obscurity Records) Terzo album per gli statunitensi Replicant, tra i maggiori esponenti del cosiddetto ‘dissonant death metal’, insieme ad altri acts di rilievo come Gorguts, Demilich e Ulcerate. Riff schizoidi, apparentemente sconclusionati e totalmente privi di melodia, partiture spezzettate, soluzioni ritmiche camaleontiche ed inaspettate, vocals isteriche e brutali, il tutto tenuto insieme da un tasso tecnico elevatissimo, essenziale per evitare che queste schegge impazzite possano trasformarsi in cacofonia senza senso, per un disco non certo diretto, eppure con un groove insospettabile ed un filo logico sottile ma evidente. La band proveniente dal New Jersey rimane fedele al proprio stile, arricchendolo però con influenze brutal death e slam, donando quindi ai brani brevi parentesi piene di groove. “Acid Mirror” presenta un basso pesantissimo, che come una morsa preme contro il cranio, mentre le chitarre si fanno strada a martellate, prima di infilare un groove vincente che anticipa uno stralunato finale dal sapore psichedelico. “Orgasm Of Bereavement” in tre minuti e mezzo offre una gamma di riff da riempire un album intero, tra una marea di cambi di tempo e di stili. Ma la vera chicca è la lunga e conclusiva “Planet Of Skin”, dominata per la maggior parte da un riff lento e monolitico a-là “God Of Emptiness” dei Morbid Angel, inframmezzato da violentissime e brevissime accelerazioni che subito si stemperano in arpeggi acustici, dilatati e psichedelici. L’ascolto di “Infinite Mortality” significa inoltrarsi dentro un percorso tortuoso e faticoso, magnificamente estenuante. Cacofonicamente geniali!

(Matteo Piotto) Voto: 10/10