(Autoproduzione) Interessante crossover tra anni ’70 e stoner moderno proposto da questa band veneta. Un suono sempre caldo, sempre coinvolgente, ricco di riff pesanti, ma anche di una costante componente melodica che diventa raffinata grazie al timbro vocale di Semenz, estremamente vintage e a tratti paragonabile all’impostazione vocale di Ozzy; non a caso l’influenza principale della band sono proprio i Black Sabbath, anche se il risultato si rivela molto più dinamico, più allegro, più spensierato, proprio grazie a quelle sonorità settantiane che, secondo me, trovano la massima espressione quando riprodotte da un sensuale supporto in vinile. Alcuni pezzi risultano più cupi e pesanti, come l’interessante “Spiritual Ritual” o la ben curata “Dawn Of A New Hope” , mentre altri propongono un groove incalzante ed una chitarra sempre generosa di idee graffianti, coinvolgenti, come dimostrano canzoni quali la stupenda title track o la travolgente “Inside Human’s Soul”. L’ensemble funziona bene e da spesso l’impressione che sia tutta una grande jam session, dove ognuno dei quattro musicisti si diverte, suonando con passione e sentimento. Decisamente un buon album, con quella doppia faccia, quel lato oscuro contrapposto a quello spensierato, impegnato in viaggi mentali senza fine, dove il limite è solo la fantasia. Una di quelle band che risulta estremamente godibile, e che fa nascere quell’irresistibile desiderio di essere vista da vivo.
(Luca Zakk) Voto: 7/10