copRevenge(Fuel Records) Pazzesco. Maledettamente pazzesco. “This is the time”, mi viene da dire, perché questa è una storia assurda, che diventa brutalmente assurda dopo aver ascoltato queste dieci poderose canzoni. Ve la racconto: questi signori si sono formati un po’ di tempo fa: 1981. Io ero un bambino. Molti di voi forse non erano nati. E lasciando perdere la vagonata di demo, un EP… questo “Survival Instinct” è in effetti il loro album di debutto. Trenta tre anni di gavetta sono sufficienti? Il fatto che a fine anni ’80 questa band si sia sciolta (ringraziamo anche il supporto dato al metal in italia -i minuscola-, ma tanto noi abbiamo san remo, che ci frega?) è una delle tante tristi storie. Ci sono band che sono scomparse, ed è un bene per tutti, ma ci sono altre che -dannazione- dovevano vivere. Vivere? Sopravvivere forse è il termine corretto, esattamente come recita il titolo di questo disco. Seguendo il mio normale iter (ascolto e solo DOPO leggo) credevo che questi fossero altri Revenge, una delle tante band che risultano su metal archives quando si cerca questo nome non certo originale. Dopo un paio di pezzi, sento il bisogno di approfondire, capire chi sono, per il semplice fatto che hanno un feeling di esperienza infinita, di qualità grandiosa ed io mi chiedo se non si tratti di una band nota che ha deciso di cambiare nome, tanto per divertirsi e prendere tutti per i fondelli. E poi non possono essere italiani, diavolo, non ci sento nemmeno l’accento italiano nel vocalist (cosa che spesso succede con le band italiane, cosa per la quale ho una percezione bastarda), e veramente non riesco a credere quando mi rendo conto che sono proprio loro, quelli di Pesaro. Dopo questa distorta lezione di storia, una palla mostruosa, mi resta poco da dire: sparare questo disco a volumi osceni è piuttosto l’atteggiamento da assumere. Non riesco focalizzare quando maledetto metallo sia stato fuso dentro questi tre quarti d’ora di pesantezza. Metallo, metallo vero, sincero, grintoso. Niente elaborazioni strane, niente schifezze al computer: solo semplice, puro, diretto, pesante, tagliente, massacrante (fot..to) metallo. Heavy metal con un occhio all’hard rock, che offre ulteriore energia, gusto, fattore di divertimento. Questa è una maledetta band da vedere dal vivo, in prima fila, cercando di arrivarci in condizioni alcoliche classificabili almeno come “serie”. La title track dice tutto, spiega, rivela, e giustifica il fatto che questi signori siano tornati, più carichi che mai; nota a tutti i giovanissimi, a tutte le nuove band: qui stiamo parlando di gente che ronza attorno alla quinta decade di vita nel nome del rock. Alta scuola. Fate attenzione. “Crazy Night” si avvicina all’hard rock, anche perché vanta uno di quei ritornelli indimenticabili… si sente che i nostri giorni sono perfetti per il ritorno al sound anni ’80. “Can’t Hold Me Down”, altro titolo simbolico, intensifica il peso del rock duro ed offre ancora una volta un refrain da manuale. “Shelter” è poderosa, e la voce fumosa di Kevin rende il pezzo ancora più tosto, un pezzo con ancora una volta un ritornello fantastico, così metallico, così hard rock. Un rock che risulta tagliente su “Bite The Bullet”, che diventa un cuore pulsante, un cuore vicino all’infarto su “Not The Same”, pezzo che precede l’esplosiva “Cannonball”, letale, irresistibile. Mi chiedo se questo disco fosse uscito a metà anni ’80. Mi chiedo se la band fosse stata straniera, magari tedesca, americana, inglese. Mi chiedo davvero dove sarebbero ora. Mi piacerebbe immaginarli a tirar seghe teatrali ad un pubblico di milioni di fans con il “mi piace” impulsivo su facebook, raccontando la menata del tour finale, l’ultimo vero tour, come stanno facendo leggende di quegli anni quali i Motley Crue. Ma questi sono i Revenge. Sono qui, sono in Italia, e questo è il loro dannato debutto. Francamente mi dispiace arrivino solo ora, ma è un problema loro, non mio. Ho l’immensa fortuna di godere della musica con la stessa intensità che provavo oltre 25 anni fa. Quindi se “Survival Instinct” fosse stato un disco del 1987, io continuerei ad ascoltarlo oggi, esattamente come sto facendo ora, con immenso piacere e con una voglia di saltare, gridare e spaccare letteralmente tutto. Perché questo è il Metal. M maiuscola.

(Luca Zakk) Voto: 9/10