(AFM Rercords) Quindicesimo album per i triestini Rhapsody Of Fire, il terzo a vedere Giacomo Voli dietro al microfono e terzo capitolo della “Nephilim’s Empire Saga”, nel quale il protagonista Kreel intraprende un movimentato viaggio nel tempo. Un’avventura tumultuosa, cosa che porta anche la musica ad essere più intensa e diretta, tanto che possiamo definire “Challenge The Wind” come l’album più veloce, aggressivo e potente dell’intera discografia della formazione giuliana, la quale torna alle sonorità crude e dirette che hanno caratterizzato “Dawn Of Victory”. Un’attitudine evidente sin dall’apertura, sorprendentemente priva di intro sinfoniche, in favore di un guitar riffing roccioso, veloce e travolgente ad opera di Roberto De Micheli, il quale mai come in questo disco si ritaglia un ruolo fondamentale, sfoderando una prestazione in grado di zittire anche i nostalgici di Turilli più incalliti. L’intesa tra l’axe man ed il tastierista e leader Alex Staropoli è totale, come dimostrano “A Brave New Hope” e “The Bloody Pariah”, con chitarre e keyboards intente a rincorrersi e duellare con classe e potenza. E cosa dire della performance di Giacomo Voli? La sua voce è praticamente illimitata e capace di passare da note altissime fino a momenti teatrali, arrivando addirittura al growl, come nel caso della lunga “Vanquished By Shadows”. L’album non conosce cali di tensione né di ritmo: le ballad sono bandite da questo lavoro, che tira dritto e spedito, stemperato talvolta da atmosfere folk e cantilenanti, come la suggestiva “Kreel’s Magic Staff”, dove compare anche il flauto a conferire un mood fiabesco, mentre “Holy Downfall” colpisce duro, tra assoli di chitarra affilati ed il drumming truculento del bravo Paolo Marchesich. Epicità, tecnica, aggressività e infinita classe per un lavoro che qualsiasi amante del power metal sinfonico non può farsi scappare.
(Matteo Piotto) Voto: 10/10