(Indie Recordings) Mi mancava una hard rock band norvegese… e devo dire che anche dopo avere ascoltato e riascoltato questo gruppo non mi manca affatto. Purtroppo l’album risulta fin da subito piuttosto gracile, fatto di stereotipi triti e ritriti, riff ruffiani ma scialbi, parte ritmica semplice in modo imbarazzante, una voce anonima e atona che ogni tanto finge rabbia nel cantato, giusto per tirare su una situazione disperata. Il basso, nelle sue sparute apparizioni, è forse l’unico elemento che si salva, risultando un elemento trascinante in questo claudicante cumulo di luoghi comuni che tenta di essere un gruppo. Ad un’analisi anche piuttosto superficiale poi, non si sente in realtà tutto questo hard rock, anzi. Spesso si vira nel pop piuttosto, lasciando spazio per qualche riff appena più duro. Sembra di stare ascoltando una brutta copia dei Placebo senza il carisma di nessun componente. La recensione può fermarsi qui, perché davvero qui siamo di fronte a uno dei pochi casi in cui nulla è salvabile.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 4/10