(Iron Bonehead) In circolazione dal 2004 (precedentemente noti come Ringar) i Ringarë, nonostante l’apparenza ed il sound, non infettano il mondo tuonando dalla Scandinavia, ma elargiscono la loro atmosferica brutalità dagli USA (anche se sembra si siano trasferiti in Svezia). Siamo in territori synth black metal, nell’espressione ancora lontana dal puro synth di acts come i Lustre: i Ringarë si esprimono ancora con blast beat e vocals estreme, annegando il tutto su atmosfere synth inquietanti, in linea con un dungeon synth black metal crudele, efferato, spietato. La violenza di base deriva dall’attività principale dell’elemento chiave, ovvero Alex Poole (aka Esoterica) da anni impegnato con i suoi Chaos Moon, i quali -pubblicando ben quattro album e svariati EP- hanno imposto una lunga pausa ai Ringarë… idea che -tuttavia- non è mai stati definitivamente accantonata. La title track offre una gelida esperienza, un black feroce con linee di basso esaltanti che viene interrotto da divagazioni synth molto suggestive. Intensa ed oscura “Sorrow Under Starry Night“, predominanza ambient con la (relativamente) breve “In Nocturnal Agony”, prima della lunghissima e conclusiva “Through Forest and Fog” che in un certo senso riassume l’impostazione sonora dei Ringarë, offrendo un vasto ventaglio delle loro sonorità: black furioso, black mid tempo supportato da tastiere, parentesi synth molto inquietanti e teatrali. Dopo un demo ed un EP, ormai risalenti ad oltre un decennio fa, il debutto di questo emblematico duo richiama sonorità classiche, spaziando attraverso le innumerevoli varianti del black nordico, dal Burzum elettronico fino al genere espresso con la più disumana violenza. Quaranta minuti riflessivi, espliciti, grezzi e sapientemente raffinati allo stesso tempo. Un ascolto suggestivo, enigmatico, spirituale, lacerante ed ipnotico.
(Luca Zakk) Voto: 8/10