(Black Widow Records) Tre album in trent’anni… Signori, questa non è mancanza di creatività, ma una presa di posizione più che mai salda: per fare della buona musica bisogna prendersi del tempo e non lasciare nulla al caso. In realtà la band si è imposta un silenzio durato dal 1990 al 2005. Poi il contratto con la preziosissima Black Widow Records… e qui, nei meandri delle sale prove i nostri hanno sfornato un ottimo ritorno nel 2009. Ora arriva la terza testimonianza. E chi attendeva un grande ritorno non rimarrà deluso. Il doom dei nostri è molto personale. Molto settantiano a tratti (“Fragrant earth”), più orientato al metal in altri brani (“Dead Dreams” e “Geneticide”). La voce è quanto di più pulito e atipico si possa immaginare per il genere proposto, ma funziona eccome. I ritornelli proposti sono irresistibili e l’headbanging parte spesso e volentieri durante l’ascolto. Il doom degli americani risulta distante dai canoni svedesi o europei in generale, andandosi piuttosto ad affiancare a band connazionali come i Solitude Aeturnus. Chiude l’album una cover dei Black Sabbath cantata dall’illustrissimo Steve Sylvester in persona… Imperdibili.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10