(Autoproduzione) Questa è una band con un front girl di quelle toste. Lo dico io, che non adoro molto le voci femminili. Ma lo dico dopo aver letteralmente goduto di numerosi ascolti di questo debutto degli sconosciutissimi Riseback, metallers Turchi di Istanbul. Difficile dare una perfetta definizione dello stile proposto: è metal moderno, con delle componenti gotiche, progressive, elettroniche… ma con un risultato finale alquanto personale. Riella Eskenazi ha una voce bellissima, una voce della quale mi sono innamorato al primo ascolto, una voce molto carismatica, vagamente impostata come Cristina Scabbia, solo che Riella suona più diretta, meno gotica, più rock e con un timbro decisamente più cattivo. La band è capace di accerchiare questa bravissima singer con un sound poderoso, ricco, elaborato e molto spesso così ben riuscito che in altre epoche e regole del music business avrebbero certamente portato questa band verso un pubblico estremamente vasto. E’ il caso di canzoni come “Game Powered” e “Make Your Real” (della quale esiste anche un video) dove la capacità compositiva è notevole, ed il risultato accattivante risulta totalmente coinvolgente ed indimenticabile. Ma lo skill creativo della band turca non si limita all’efficacia “commerciale”. Su pezzi come “When The Dreams” riescono a spingersi su territori marcatamente progressivi, con tempi complessi, idee bizzarre, sempre e comunque votate ad un risultato d’insieme potente e di prim’ordine. Anche su pezzi più tirati come “Fake Numb Face” la band non perde l’orientamento, e la voce femminile riesce a ricavarsi una posizione importante, che non risulta mai fuori luogo o forzata. La power ballad “Try To Say” completa il range di esperienze proposte ed ancora una volta Riella offre una performance molto valida, così come sulla digitalissima “Flowerstar”, un pezzo che trovo veramente fantastico, musicalmente orientato sul periodo “elettronico” dei Paradise Lost, con una interpretazione vocale piena di calore e sensualità. E’ molto difficile che una band di metal moderno con voce femminile possa colpirmi come ci sono riusciti i Riseback. Ma vi assicuro non serve molto impegno per farsi assorbire dall’ottima prova, una prova che risulta convincente sin dal primo ascolto. L’unico difetto è una produzione che, secondo me, non rende giustizia, e forse una durata complessiva non importante (poco più di trenta minuti) per una band che riesce a dimostrare delle capacità così notevoli. Ma siamo solo al debutto. La band è giovanissima, si è formata nel 2010, ed ha ancora tanta strada da fare. Però il cammino percorso fino a qui è brillante, e si tratta sicuramente di un act da tenere d’occhio!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10