(Autoproduzione) Sono passati nove anni da “Tempest”, album di debutto dei tedeschi Rising Storm, un disco di potente e rabbioso power metal non lontano dallo stile di Rage e Running Wild. Dopo un’intensa attività live, dividendo il palco anche con Symphony X, Carcass, Opeth e Megadeth, e dopo l’uscita del primo video “Treasures”, la band tedesca è sparita dai radar per qualche anno, caratterizzato da cambi sia di line up che di direzione musicale. La formazione a tre attuale è composta dall’accoppiata storica Erik Haus (batteria) e Karl Bormann (basso e voce), mentre ora alla chitarra e voce troviamo Tobias Alexander, dotato di una voce meno rauca ma più profonda rispetto al predecessore Eric Grothkop. I cinque pezzi che compongono questo nuovo EP hanno un piglio notevolmente più moderno, cancellando quasi ogni traccia del power metal che caratterizzava la precedente release, uno stile decisamente più orientato verso il groove, con accordature ribassate ed un mood cupo ed oscuro. “Illusive” richiama nelle atmosfere i Nevermore di “The Politics Of Ecstasy”, mentre “Furious” è puro groove metal, con riffoni panterizzati ai quali fanno da contraltare linee vocali melodiche e dirette. “Solid” è un intermezzo pianistico decisamente gradevole nel suo minuto scarso di durata. Un basso slappato apre “Amorphous”, pezzo dotato di ottimi passaggi ritmici e chitarre arpeggiate nelle strofe, mentre il ritornello è caratterizzato da un riff incalzante e potente che precede l’assolo più bello di tutto il platter. I dieci minuti finali sono affidati alla conclusiva “Scorched”, brano che dopo un inizio nervoso e sincopato, sterza verso sonorità più tradizionali, ripescando lo stile del precedente album, riportandomi alla mente certe cose degli Heaven’s Gate. Un ottimo ritorno per una band che, pur evolvendo e cambiando, ha saputo mantenere inalterata la qualità e la magia delle proprie composizioni.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10