(Inside Out Music) Criptico il nome di questo album, derivante dall’unione di ‘ID’, ‘Id’, ‘Entity’ e ‘Identity’; ‘ID’, un documento che prova la tua identità, ‘Id’, la parte più profonda del subconscio… i bisogni e le emozioni primari, ‘Entity’, è l’entità, qualcosa che esiste in una sorta di dimensione a parte… mentre ‘Identity’, identità, è l’insieme del nome e dei fatti che identificano un individuo… forse proprio quello ‘identificato’ con ‘ID’, il quale contiene un ‘Id’… e si muove nello spazio e nel tempo, assieme ad altre ‘entità’. In oltre vent’anni di carriera ne hanno fatta di strada i polacchi Riverside, giunti ora al loro ottavo album in studio, un capolavoro di poesia e musicalità incredibile, paragonabile solo ai norvegesi Lerpous… o, per completezza, ai Conception degli anni ’90. Rock, prog, metal, elettronica: non c’è alcun confine nella forza creativa dei Riverside. Favolosa, irresistibile, travolgente “Friend or Foe?”, con la sua elettronica, il suo rock, quelle linee di basso incandescenti. Misteriosa ed introspettiva “Landmine Blast”… ed ecco che emergono quei Conception degli anni ’90 in un brano pulsante, pungente, ancora una volta con un basso immenso, oltre che un favoloso senso drammatico. Irrequieta, vibrante, instabile “Big Tech Brother”, traccia maledettamente teatrale, ricca di suspence, narrativa, imprevedibile, improvvisamente tuonante… meravigliosamente destabilizzante. Stuzzicante, groovy, molto vintage grazie agli organi, ma anche molto heavy la tagliente “Post-Truth”. L’intima e lunghissima “The Place Where I Belong” è divagazione senza confini… nessun limite tecnico e nessun limite epocale, verso la potenza graffiante della dimensione onirica di “I’m Done with You”, prima del capolavoro rappresentato dalla conclusiva “Self-Aware”, un altro esempio di fantasia senza confini, di ritmiche incisive, di melodie suggestive e di linee di basso scolpite nell’etere dall’iconico bassista e front-man. Un vero capolavoro. I Riverside emergono dalle tenebre che hanno sempre avvolto i loro lavori precedenti, con una line up che ha finalmente completamente superato la defezione del chitarrista e amico Piotr Grudziński, deceduto nel 2016. I Riverside ormai non temono paragoni: sono letali, provocanti, immensamente tecnici… in maniera seducente e non certo fine a se stessa. E questo “ID.Entity” è un album profondo, intenso, immenso, superlativo, una favolosa colonna sonora per un film che i Riverside stessi immaginano, concepiscono, dipingono, premendo su alcune domande essenziali: chi sta dietro la maschera? Quanto di te è rimasto… dentro in te? “ID.Entity” è da ascoltare, a ripetizione, lasciandosi assorbire ed assimilare, assorbendolo, assimilandolo; un disco che si apprezza amandolo, scoprendolo fino alle radici, per poi risalire nuovamente verso le ramificazioni superiori, verso l’apice, la cima, la vetta di questo superlativo esempio di prog moderno.

(Luca Zakk) Voto: 10/10