(Mighty Music) Ho simpatia verso le band che caricano a testa bassa e ancora di più verso coloro che magari tentano di darsi ad un songwriting con un minimo di idee e variazioni, anche se alla lunga quella natura da tori incavolati viene fuori e non si tira indietro. I debuttanti danesi Roarback mi sembrano il crocevia di influenze death-thrash derivate dagli USA e dalla vicina Svezia. Due nazioni che cito in forma di stile per il genere del quale vi rendo di conto e che rivivono in questo sound infilzato tra i due generi e puntellato da Slayer, Entombed, forse anche Grave e Kreator. E’ difficile dare un quadro delle derivazioni, ma queste sono lì ben presenti. Tuttavia il risultato è quello di un lavoro abbastanza gradevole, ma alla lunga poi rende il tutto fin troppo prevedibile. I suoni crudi, per nulla laccati, quell’atmosfera da continua mazzata sui denti, ma data in una caverna popolata da un’atmosfera gelida, rendono “Echoes of Pain” perfetto per gli amanti dei due generi e soprattutto per certe tirate vecchio stampo, tanto care ad alcune band summenzionate. Ripeto, un album nel complesso piacevole, ma credo anche fin saturo di alcune derivazioni per le quali abbiamo sentito tutti già abbastanza. Da lodare la prova del vocalist, Dennis Ullehus, un vocione assurdo, un growl roco e a tratti dalle cadenze quasi hardcore e ovviamente thrash. Lui, credo, qualcosa in più degli altri sembra averla data a questa release.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10