(Bad Mood Man Music) Copertina e titolo non lasciavano molto spazio ad interpretazioni, se poi ci aggiungi una casa produttrice da un nome così particolare e decisamente a tema… Insomma, prima di ascoltare i Rome In Monochrome avevo già capito le sensazioni che mi avrebbero pervaso. Malinconia, struggimento, tensione al ricordo e ai rimorsi, mestizia e quanto di deprimente l’animo umano possa concepire. A me personalmente piace questa musica, ti lascia il tempo per buttarti giù e ragionare su quanto di grigio e triste c’è dentro ciascuno di noi. Per buttarci in questo baratro i capitolini si ispirano ai Novembre, la voce simile a quella degli Opeth, le strutture canzoni piuttosto vicine a certe sonorità depressive meno oltranziste. Ogni tanto brevi accenni di growl rompono canzoni tranquille e relativamente allungate e soffuse, quasi a volersi ribellare, seppur senza risultato, alla negatività. Ma non si deve pensare al gruppo come fautore di negativismo puro. Per me queste sonorità sono un tentativo di trascinare l’ascoltatore solo per fargli vedere le cose da un’angolazione eletta, lì dove i colori non ci sono più e tutti possono giudicare senza remore e pregiudizi. Per poi magari risalire la china e vedere la luce con nuova consapevolezza. La produzione è a livelli professionali, il disco non ha alcun accenno di riempitivi. Sicuramente i fans dei gruppi prima citati ascolteranno volentieri i romani, per tutti gli altri sarà una piacevole sorpresa.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10