(Saol Music) L’hard rock non è solo un genere musicale. È uno stile di vita che coinvolge, che non è mai scomparso, che rinasce, che attira e crea dipendenza. Deve essere questa la ragione per la quale il chitarrista dei Revoltons (power/thrash) Alex Corona e l’ex batterista degli Elveking (folk/power) Elvis Ortolan decidono di cambiare genere e darsi al vizio, alla corruzione, alla vita lasciva e peccaminosa tipica dello sleaze. E lasciatemelo dire: queste sono cose che, personalmente, mi eccitano. Gli anni ’80 con la loro musica hard rock hanno segnato un’epoca indelebile ed è sempre stupendo notare che ci sono artisti che si fanno ancora contagiare da quella stupenda malattia. L’hard rock ha regole di base: deve pompare, non deve essere troppo estremo o complicato (altrimenti sarebbe “un altro” genere), deve avere un cantante che spacca sia al microfono che sul palco, deve avere ritmiche che annientano e assoli stupendi. Gli Italiani Roxin’ Palace non sono certo dei novellini e la loro musica è perfettamente compatibile con tali regole, anche se l’esperienza dei fondatori lascia trapelare qualcosa di leggermente più elaborato, più tecnico, ma sempre efficace e coinvolgente. La opener title track da l’assalto e fa capire subito che con questi ragazzi non ci si rilassa assolutamente. La ritmica è corposa, cattiva, mi ricorda la potenza di bands come gli antichi Skid Row o gli LA Guns. Il vocalist ha le carte molto in regola, vanta un range vocale ampio che gli permette di sparare acuti, graffiare con toni incazzati, gridare come si deve fare su un palco davanti ad una marea di persone. Il background artistico dell’axe man è palesemente tecnico e l’assolo va ben oltre lo standard del genere. “Wildest Party” è piena di melodia mescolata da potenza ed energia. Un pezzo perfettamente riuscito. Si sentono ispirazioni Motley Crue su “We Are Loosing Both” la quale precede “Viper’s Advice” un pezzo di quelli arrabbiati, di quelli che mostrano il dito medio. Stupenda la performance del cantante sulla melodica power ballad “Gothic L.A.”, un pezzo che trasuda melodia ed emozione, con un assolo di quelli che arrivano dritti al cuore. Grintosa e melodica “Collapsin’ Park”, con un feeling tradizionale irresistibile la conclusiva “Tears On The Road”. Il debutto di questa band è una ottima prova, assolutamente convincente, tanto che rappresentano una rivelazione nella scena italiana di un genere che, nonostante gli anni, non ha ancora finito di esprimere se stesso. E grazie ai Roxin’ Palace, che risultano freschi ed innovativi nel loro contesto classico, questo genere riesce a farsi sentire chiaramente, a gridare la sua essenza, a far provare emozioni vive, stupende, piene di folgorante energia.
(Luca Zakk) Voto: 8/10