(Limb Music) Sono la cover band più famosa del mondo dell’heavy metal, invitati anche come headliner ad alcuni dei più importanti festival per defenders: alla loro terza compilation, i Roxxcalibur continuano a scavare nel mondo della NWOBHM, risuonando e dunque portando a conoscenza del grande pubblico brani e band dimenticate. Dopo due album (“NWOBHM for Muthas”, nel 2009, e “Lord of the NWOBHM”, del 2011), molti (fra cui me) pensavano che ormai i nostri avessero raggiunto il fondo del barile, e che non sarebbero stati più in grado di ‘resuscitare’ materiale di valore: i 14 brani di “Gems of the NWOBHM” smentiscono chiaramente questa possibilità. Difficile, allora, scegliere le canzoni più rappresentative della compilation, finora disponibili soltanto nelle versioni originali (spesso introvabili o registrate malissimo). “The Age of Machine” dei Mythra, dal loro secondo demo del 1981, è NWOBHM sopraffina: intro acustica d’atmosfera, accelerazioni improvvise ma anche sezioni quasi progressive. “Fool’s Gold” dei Virtue, pubblicata fuori tempo massimo nel 1987 nel loro unico demo, contiene ottime ritmiche, quelle in progressione tanto caratteristiche del genere; “Midnight Chaser” dei White Spirit, che per inciso sono la prima band di Janick Gers, si avvicina invece a gradevoli tonalità heavy rock e speed. Armonizzazioni cristalline e attacchi di twin guitars nella solare “Paper Chaser”, unico brano inciso dai Taurus e apparso su una compilation della BBC; forse il pezzo migliore di tutto il lotto è “Somewhere up in the Mountains”, che contiene un ritornello d’eccezione e fu incisa dai Marquise De Sade ormai 34 anni fa. Da segnalare anche le accelerazioni e le ripartenze di “Why don’t you kill me”, che i Legend, fra le poche formazioni in scaletta ad essere arrivate al full-“length”, incisero nel 1982. Per tutti gli appassionati degli eighties, una indispensabile guida, o forse proprio una mappa, per orientarsi in un mondo in gran parte sommerso e dimenticato.
(René Urkus) Voto: 8/10