(Rafchild Records) Gli scozzesi Runemaster, che dopo tre EP pubblicano finalmente un full-length, si propongono esplicitamente l’obiettivo di esplorare gli aspetti più mistici del sentire nordico: e infatti i testi di “Wanderer” hanno un’aura misteriosa che crea una bella atmosfera. E la musica? “Raven Lord” è un epic/power pesante e impostato, molto muscolare, che può ricordare gli Ironsword così come i Manilla Road più ‘puliti’ e meno thrash; il tutto ha a tratti un’aura sacrale. Con “Hagalaz” arriviamo praticamente dalle parti dei Grand Magus, soprattutto nella (ottima) progressione strumentale finale. Stentorea “Pyres of heathen Kings”, che guarda ai Solstice e forse anche più indietro ai Pagan Altar, e anche “Helm of Axe” ha una solidità epica che fa pensare ai migliori Visigoth. Uno schiacciasassi “Mannaz (Immortal Journey of the chainless Mind)”, mentre le tastiere rendono ancora più oscura la conclusiva “Ascendant Lunar Runes”. Un disco per tutti coloro che amano il metallo anglosassone più fumoso e magico.
(René Urkus) Voto: 8/10