(Napalm Records) Per ascoltare, recensire, e pure per pubblicare ( nel caso della label) cose come questa band, serve avere una di queste due caratteristiche: non ascoltare metal, oppure ascoltare metal ma essere di vedute estremamente larghe, d’avanguardia, deviate. Certo, se valutiamo questo lavoro con regole strettamente metal, la bocciatura viene automatica. Ma i Russkaja non sono i primi che mescolano concetti opposti per creare un suono innovativo: il passato vide vari esempi, cito tra tutti la fusione di metal e rap che agli inizi rappresentò la pura blasfemia. Questa band che rappresenta qualsiasi colore, basta che sia rosso, è un’assurda fusione tra polka, genere dominante, etnico e rock/metal, con qualche ispirazione a generi più tirati. Molti fiati, molta ritmica. Molta ironia. Voglia di ballare, voglia di sudare. Act composto da (tanti) membri con origini varie (Austria, Russia, Ucraina), l’idea Russkaja conia innovazione sonora, proponendo qualcosa di veramente diverso. La ritmica ed il dinamismo integrati nel sound rendono faticosa la suddivisione del metal dalle idee folkloristiche, e dimostrano che il progetto ha raggiunto una certa maturità artistica basata su due concetti: innovazione sonora, e totale mancanza di interesse nei confronti della critica. I Russkaja, arrivano così al terzo album, continuano per una strada tortuosa, sfidando le leggi della musica, del mercato e della scena stessa. Non saranno mai la vostra band metal preferita. Non saranno mai la vostra band etnico/folk preferita. Loro sono qualcosa di diverso. Di assurdo. Di alieno. Ma non vergognatevi se pezzi come “Autodrom”, “Istanbul”, “Eenergia” e “Kartuli Vino” finiranno per occupare la vostra mente, mentre voi cercherete di opporvi con tutte le forze per ripristinare le sonorità metal tradizionali dentro il vostro cervello. E’ esattamente il loro scopo. Ottengono l’obiettivo con genialità, con estrema capacità compositiva, una dose immensa di ironia iniettata in un ensemble efficace, fuori dalla norma, e semplicemente stravagante.
(Luca Zakk) Voto: 6,5/10