(Metal Blade Records) Non era facile per i Sacred Reich, e non lo sarebbe per chiunque, che un album vero e proprio non lo incidevano dal 1996, “Heal”, ritornare all’attenzione dei metallari di ogni dove senza tirarsi addosso uno stuolo di aspettative e carnale curiosità. Chi sono i Sacred Reich oggi? La band nata nella metà degli anni ’80 presenta Phil Rind nel consueto ruolo di basso e voce e il chitarrista Wiley Arnett, entrambi nei panni dei veterani, perché l’altra chitarra è il giovanissimo Joey Radziwill, mentre alla batteria Dave McClain (Machine Head), che vivacchia nella band ormai già da qualche tempo. “Awakening” lascia intendere che i Sacred Reich hanno fatto dei passi avanti prima di arrivare in studio, nonostante l’album è fatto anche con mestiere. Ovvero, questa band di lungo corso si affida a certi canovacci consueti del genere e a quelli dello stile proprio. Per tenere viva la propria identità gli statunitensi non guardano a quanto le nuove leve propongono nella scena metal. Poco, a dire il vero! I Sacred Reich non azzardano e non vanno fuori dal seminato, facendosi carico di quel thrash metal suonato con velocità e spruzzato di qualcosa che succhia linfa dall’hardcore in maniera semplice. Nei pezzi i riff si presentano netti, chiari e assimilabili, certamente duri, un vero muro sonoro, cosa che Rind e gli altri hanno sempre eretto nel loro sound. L’opener e title track è praticamente un manifesto di quanto scritto. Nessuna struttura improvvisata, un drumming energico, agile, a suo modo elaborato, ben diverso però rispetto allo storico drummer Greg Hall, capace di avere la mano pesante e colpire nel modo giusto. Rudd al microfono sembra vocalmente meno potente, ma gestisce talmente bene la sua voce che forse canta meglio ora che prima. Pezzi thrash a rotta di collo, alcuni sporcati dall’hardcore, con qualche intermezzo fatto con plettrate nette e controllate, per fare poi posto a ripartenze con assoli ben piazzati. Per quanto “Awakening” abbia quella patina di cortese e attenta bilanciatura dei suoni, l’essenza dei Sacre Reich è comunque tossica. Lo conferma anche la consueta presenza in copertina di Our Dude, la mascotte dalla ‘facciaccia’ con maschera antigas.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10