(High Roller Records) Per quanto non siano più i tempi di “Torment in Fire” o di “Forward to Termination”, né per la band, né per la scena metal mondiale, i Sacrifice hanno da sempre avuto qualcosa da dire come ancora nel 2025. I membri originari dei Sacrifice sono tutti presenti in “Volume Six” che doveva essere un EP ma le cose sono poi andate diversamente. Undici pezzi, quarantuno minuti di thrash metal di ottantiana memoria, tosto e tignoso, derivato dallo speed metal. Elettrizzanti, ispirati, tignosi e tosti, questi sono i Sacrifice al loro sesto album, quello successivo a “The Ones I Condemn” del 2009. Il tempo passa ma ciò che si ascolta in “Volume Six” lo si vive con trasporto perché si avverte la passione autentica nel suonare semplice e in fin dei conti efficace dei Sacrifice. Anzi, di semplicità ve n’è ma non da meno qualcosa di più costruito e conturbante, come “Underneath Millenia” che per tre quarti della sua durata rievoca i conterranei Voivod, ma con un finale da fuochi d’artificio. Conturbante lo è la strumentale “Black Hashish” e inaspettatamente hardcore “Trapped in a World”, come anche “Incoming Mass Extinction”. “Comatose” che apre l’album è di un impatto sfacciato e isterico, mentre la seguente “Antidote of Poison” mette tutto nei ranghi con un riff ordinato ma letale e un drumming che da solo fa la canzone. I Sacrifice non sono solamente il thrash più crudo di un tempo, semmai possono essere anche quello, ma sono portatori anche di composizioni con riff costruiti e in evoluzione come in “Your Hunger of War”, oppure sprigionati a raffiche.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10