(Underground Symphony) Qual è il Sacro Ordine di questi cavalieri? L’heavy metal! Diretto, classico nella sua forma e con conseguenze power metal. “Until The End” è il secondo album dei friulani e si svela piacevole e foderato di metallo puro fatto con riff ben giostrati e tali da rimanere nella testa dell’ascoltatore e soprattutto con arrangiamenti che ricordano soluzioni alla Iron Maiden e in parte Judas Priest, oltre appunto ai canovacci tipici del power metal per quanto riguarda certi fraseggi e melodie di taglio epico. Sulle chitarre c’è da dire che il loro lavoro in fase di scrittura è apprezzabile, mentre a seguito della registrazione il suono è poco squillante. Insomma, un po’ più di spazio nella gamma di frequenze non avrebbe affatto guastato alla resa, all’impatto di “Until The End”. Sacro Ordine Dei Cavalieri Di Parsifal appaiono comunque solidi nelle loro canzoni. La sezione ritmica è ordinata e ben calibrata nei vari cambi di passo e su questo le chitarre sono dunque ben spalleggiate. Davide Olivieri, anche chitarrista con Carlo Venuti, è la voce che si avvale di cori, ai quali prestano servizio proprio Venuti e il bassista Claudio ‘The Ripper’. I ritornelli sono efficaci, le strofe incalzanti. Sacro Ordine Dei Cavalieri Di Parsifal scelgono una direzione fatta con pezzi fulminanti e dannatamente heavy metal, l’opener “Black Lion”, “Eagle Of The Night”, nonché la perla power ballad “Stone River”, ma non è l’unica. Anche canzoni in mid tempo e meno incalzanti ma agili e dense di melodie come “Doomraiser” oppure la title track, il brano dal minutaggio superiore agli altri che mette in mostra la capacità strumentale della band e una sintonia con i Cirith Ungol.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10