(Purity Through Fire) Il settimo album dei Sad vede continuare l’evoluzione che ormai accompagna i nostri dalla seconda metà della loro discografia, caratterizzata da una progressiva pulizia sonora, da uno sgrezzamento generale e da un generale alleggerimento delle atmosfere. In particolare, in questa opera sembra quasi di sentire del black finlandese, fatto di riff veloci e precisi e sin troppo puliti. Ma evidentemente la natura dei greci non può essere soffocata del tutto, ecco perché abbiamo comunque delle atmosfere piuttosto contorte e oscure, con reminiscenze del gruppo che i Sad erano agli inizi della carriera. Ecco allora coesistere nell’intera opera due anime distinte ma in sinergia, tracce mediamente lunghe fanno da contraltare a strutture canzoni per la verità molto semplici e lineari. I veloci riff sono al servizio di ritmiche sostenute e pressanti, sotto il vigile controllo di una voce stridula e gracchiante oltre ogni limite. Eppure queste due anime riescono a convivere, prova ne sono gli album dei greci dell’ultimo decennio. Il bello di questo gruppo è che ad ogni opera la curiosità per l’evolversi del loro suono cresce…
(Enrico Medoacus) Voto: 8/10