(Flowing Downward) Instancabile la one man band americana capitanata da Damián “Elisa” Ojeda, che in circa cinque anni di attività ha pubblicato ben 15 album. “Circle Of Veins”, uscito indipendentemente a marzo ma poi pubblicato due mesi dopo dalla Flowing Downward (ovvero Avantgarde Music), ha già pure un successore, “I Want to Be There” uscito lo scorso aprile aprile, proprio a testimonianza della esplosiva creatività del progetto. Siamo in territori depressive black/blackgaze, con una forte componente elettronica che avvicinano questa creatura a realtà come Lustre. Lo shoegaze qui si incrocia con il black, con il post rock, dando vita ad una entità atmosferica avvolgente, oscuramente sensuale, cinicamente crudele. Epica e mistica “Eye Of Prima” un brano (presente anche in una versione alternativa più tagliente) che oltre a quelle chitarre estreme relegate nei meandri del soundscape, disegna teorie coinvolgenti, ricche di synth e di spiritualità anche grazie all’alternanza tra voce estrema e voci corali eteree. Più melodica e decadente “Cerrien”, con le tendenze atmosferiche direzionalmente più ampie, più cosmiche. Voci corali più marcate con “Lana”, brano dalle ritmiche vagamente progressive, mente “The Spring Sun On Summer Rain” si imbatte verso una impostazione in equilibro tra tendenze più estreme ma anche più sinfoniche. Impressionante la lunghissima (oltre 25 minuti) e conclusiva “I Follow Rivers”, un riassunto tematico dell’album in un unico brano capace di arrivare anche ad estremi drone e symphonic black, con ispirazioni folk di indubbio valore emotivo. È impressionante che data una così vasta discografia, in tempi tanto ristretti, Damián riesca continuamente a dar vita a nuove idee senza abbandonarsi a brani scontati, ripetitivi o di breve durata. Un purò spirito libero che riesce a trasformare in suono ogni pensiero che gli passa per la mente!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10