(Art Of Melody Music & Burning Minds Music Group) Titolo emblematico quello del terzo album degli italiani Saints Trade: quella enigmatica prigione d’oro, quella dei lock down (durante il quale l’album è stato composto)… quella che vedeva la gente imprigionata a casa nel lusso del salotto e della TV in streaming; in verità il titolo vuole anche dare una strizzata d’occhio all’oro di altre epoche, specie musicalmente parlando, in particolare quel favoloso decennio degli anni ’80 nei quali il sound moderno e maturo del trio trova le origini, le radici che alimentano alberi con bellissimi germogli west coast, dei grandi fiori hard ‘n’ heavy e delle verdi foglie AOR. Subito potente “Neverland”, brano che nasconde delle key deliziosamente vintage, pulsante e stuzzicante “Break The Chain”, diavolo è quel brano che metti a palla in auto mentre affronti quel lungo viaggio senza una vera meta, senza una vera fine. Provocante, come la modella del video, “Casino Royale”, suono ampio, vasto, radicato negli eighties con la portentosa “That’s What I Know”. Tra il soft rock e la ballad hard con “Stay With Me”, roba da arena su “Lockdown Blues”, energia scatenata e tanta chitarra con “Mirror Of Myself”. Hard AOR sulla bellissima “Once And For All”, intima ed introspettiva la sognante “Together We Stand”. In chiusura le vibrazioni ed il divertimento di “Double Trouble” e quella dichiarazione di indipendenza rappresentata da “Born To Do (What I Want)”. Hard rock iper classico, iniettato di intelligente modernità la quale toglie quella polvere vintage per ricreare magia, emozione e senso di freschezza, esaltando quindi le componenti AOR, senza dimenticare quel sottofondo addolcente del west coast; una release solida, convincente, tutt’altro che scontata, visto che cattura dal primo ascolto ma rivela infiniti dettagli ad ogni esaltante successivo ascolto!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10