(Retrospect Records) Finalmente del sano, puro, vero, schifosamente diretto e piacevole hard rock! Dave Saker, chitarrista dei Bad Boy Eddy si propone con un’ora e dieci minuti di roba perfettamente compatibile con la golden age degli anni ’80, dove imperversavano, nei loro rispettivi periodi di massimo successo, bands come Whitesnake, Great White, Y&T, Bon Jovi, sfornando album memorabili, hits incredibili, musica che riempiva, con formula sold out, intere arene. Altro che piccoli sfigatissimi club con capacità da 100 persone. Vi sto parlando di hard rock di quello tosto, quello che riempiva stadi da diverse decine di migliaia di posti. Dave Saker non è un ragazzino. Di palchi ne ha visti e, sicuramente, anche molti infami backstages. Vi ricordate l’epoca dove uno dei massimi trofei era quel cartellino con su scritto “backstage: all access”, ambito da fans sfegatati e groupies calde, pazze, vogliose? Questo è ciò che trovate in questo disco. Diciannove tracce, alcune rimasterizzate, altre nuove, un paio live. Diciannove pezzi da 90, diciannove inni agli ’80, con quel sapore ribelle, sfacciato, scazzato. Con quei richiami al blues, con quelle ritmiche lineari e dannatamente potenti, pulsanti. Ogni pezzo è un potenziale hit. La band è un concentrato di ospiti, prelevati di prepotenza da altre realtà musicali. Dentro questo disco ci suonano due bassisti, due batteristi e tre cantanti. C’è da immergersi dentro questa valanga di pezzi che sembrano usciti da un’altra epoca, un’epoca dalla quale, però, nessuno vorrebbe essere uscito mai. “Passion Spin” è una ballad colossale, immaginatevi con la vostra tipa, sulle hills sopra Los Angeles, dentro una enorme auto americana, voi due soli, il panorama, mani che esplorano il proibito. E “Still Loving You” ne riprende il concetto, a ruota. “Cry Out”: potentissimo pezzo estremamente hard rock, un concentrato di regole di stile del genere, un pezzo immortale, con un refrain universale. E quel sudicio boogie di “Pussycat Fur”? Una droga. “Baby Girl”, un po’ ammodernata, ma sporca, brutta e cattiva. “Mr. Green”? Quel feeling southern è letale. “Your Love”? Mitica. “Edge of Love”? Colonna sonora di una vita. Ascoltatelo, godetevelo, sparatelo a tutto volume in auto, sul lettore mp3. Volume estremo anche a casa, così potrete dichiarare sul vostro profilo facebook che, in quel momento, i vostri vicini stanno ascoltando della buona musica… che a loro vada bene o no: ma forse vedrete la signora anziana dell’appartamento a fianco, prendere la scopa con la quale stava pulendo il terrazzo, atteggiarsi ad axe man su un palco davanti a sessantamila persone. E la vedrete torturare il tremolo, massacrare le corde con bending mostruosi. Va bene cosi, cazzo, non è poi questo il vero hard rock?
(Luca Zakk) Voto: 8/10