(Autoproduzione) In Spagna sopravvive ancora oggi una buona tradizione di folk/pagan metal; sarà il successo dei Mago de Oz, ma la penisola iberica sembra aver evitato quella specie di ‘estinzione di massa’ che si è avuta nel resto d’Europa, e che ha interessato moltissime formazioni fiorite nei primi anni 2000. I Salduie sono giunti dopo quella grande ondata, ma hanno comunque un passato che supera il decennio; il loro quarto album riguarda la figura degli ‘ambaxtos’, una sorta di equivalente d’alto rango dei ‘clientes’ romani, le cui gesta vengono rievocate con sostanziosi riferimenti alla storia iberica più antica. La breve intro “Kenis” richiama da vicino gli Skáld francesi, poi “Caraunios” accredita i nostri come la versione iberica degli Eluveitie: i punti di contatto sono davvero molti, forse i nostri hanno un impianto più folk che pagan, e un gusto più melodico per i refrain… in ogni caso il brano è ottimo! Fa ancora meglio la titletrack, con dei toni acustici da ballata e ancora un ritornello stentoreo e melodico; i cori rendono teatrale “Mores Maiorum”, mentre ha un approccio molto più moderno e arrabbiato “La muerte de Asdrubal”. I nostri riescono davvero bene nella ballad “Las llamas del Ustrinum”, che apre scenari a tratti giocosi, a tratti intensamente cinematografici; “Ataecina” è forse il brano più vario, dato che passa da celtic al death metal fino a suggestioni mediorientali. Stentorea anche “Descarnatio” che chiude le danze, e per la quale i nostri hanno girato un video. Un disco che aggiorna e contamina i suoni pagan di venti anni fa!

(René Urkus) Voto: 8/10