(Svart Records) Adoro perdermi nel suono e nella poesia in lingua madre dei finlandesi Sammal. Il loro precedente album, “Myrskyvaroitus” (recensione qui), risale al 2015: il nuovo lavoro ha avuto bisogno di una pausa creativa… con infinite idee lasciate decantare, evolvere, maturare… fino alla realizzazione di un disco allegro ed oscuro, rock ma anche quasi folk, un disco nel quale ognuno dei cinque membri si esprime in prima persona apportando dettagli, emozioni e sentimenti che contribuiscono a comporre una dimensione sonora tra il vintage e l’etereo, tra il rock decadente e quello brillante e divertente. Tastiere e chitarre che si inseguono su intensi tappetti ritmici di basso e batteria, canzoni fresche, ormai non più prettamente psichedeliche anche se il legame con gli anni ’70 è decisamente inscindibile. Virtuosismi d’ensemble, che rivelano una compattezza artistica dei componenti, danno vita ad un disco che scorre fluido ma dinamico, ricco di bellissimi accenti, un incalzare sonoro che tiene incollato l’ascoltatore. La title track è quasi magica ed anche molto energetica. Introspettiva e molto melodica “Lukitut päivät, kiitävät yöt”. Tuonante, nervosa e potente “Ylistys ja kumarrus”, così come la successiva “Pinnalle kaltevalle”. “Maailman surullisin suomalainen” (sembra significhi “Il finlandese più triste del mondo”) è un brano stupendo, malinconico, ricco di musica, chitarra, drumming… e la performance del vocalist raggiunge una teatralità incisiva. Stimolante “Herran pelko“. Malinconia con il sorriso per la conclusiva “Samettimetsä”, un brano dal groove settantiano travolgente. Non un passo avanti rispetto al precedente disco, più tosto un passo parallelo; una ridefinizione del sound e della poesia della band, mantenendo stabili i punti saldi ma dando vita ad un soundscape nuovo… innovativo e contemporaneamente classico. Musica vera, artisticamente profonda ed elaborata che sa regalare emozioni, che fa battere il tempo, il cuore, i sentimenti.
(Luca Zakk) Voto: 9/10