(Qua’Rock Rec.) La Qua’Rock di Gabriele Bellini piomba su un trio del grossetano che esprime un thrashcore vecchio stampo. Riff pesanti, sezione ritmica martellante e un cantato che sembra un raccontare snervante e mai domo. Thrash metal e hardcore fusi insieme a formare un blocco di metallo. “Ali d’Amianto” è rabbia, ma anche riff scanzonati o ringhianti, fragorosi o duri, hardcore oppure radicalmente thrash. L’impatto con l’album è spiazzante: seguire le missive di Alessandro Parrini significa ritrovarsi di fronte ad un comizio sballato e irruento. L’opener e title track scaraventa il primo meteorite, ma è il crossover di “Schegge” a dare il vero segno distintivo a questo album. Certo non l’unico, si apprezza anche “Manifesto”, sana esposizione di una ‘rottura di scatole’ dell’individuo verso la nostra stramaledetta società raccontata dai media in meno di un minuto. Notevole anche “Samsara”, altra sortita crossover, e “Serpente di Cenere”, canzone grandiosa e autorevole in apertura che poi sfocia in un thrash tignoso e ruvido, contornato come sempre da un retaggio hardcore. Si capisce già dai titoli come la scelta del cantato cada sull’italiano, declamato da questa voce roca e urlante, molto hardcore e che ben si sposa con lo stile generale. Potente e rabbioso, con qualche ripetizione o lungaggini in alcuni passaggi, “Ali d’Amianto” si rivela un sincero e soprattutto sano modello di thrash-hardcore mandato a avanti da tre onesti dannati. Gli altri due sono Antonio Viggiani alla batteria e Paolo Bencivenga al basso.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10