(Epictural Production) Album d’esordio per il trio black metal di Rennes che si esibisce nel black metal più freddo e raw che si possa immaginare. I Sarkasm espongono una sequela di riff violenti, veloci, linee ritmiche serrate e tutto avviene attraverso una produzione che comprime i suoni. Sette pezzi in poco oltre mezz’ora riversano fuori l’efferatezza e la ruvidità del genere che nel caso dei Sarkasm è una diretta conseguenza del black metal della prima maniera. ‘Gli affreschi del nulla’, il significato del titolo dell’album, tematicamente ruota attorno alla misantropia, la disperazione quanto l’angoscia. “Les Affres du Néant” è una sequenza feroce, la marcia di una bestia ringhiante che fiuta anime da divorare anche a distanze considerevoli. Con la sua produzione spartana quanto ruvida, gestita dalla stessa band, questa immagine di un essere che incombe sull’ascoltatore è perfettamente aderente. Vaghe linee melodiche alla Ulver, Immortal, primissimi Satyricon, sembrano alcuni possibili elementi di raccordo nei pezzi dei Sarkasm, i quali di fatto sono formati da Count Bartok (batteria e autore dei pezzi), Antoine Ruins (voce e testi, nonché autore del missaggio), Hannibal (chitarra, basso e responsabile delle registrazioni). L’iniziale “La Mort est si Obscène” ha un passo duale, cioè lento nella sua prima metà e veloce nella seconda, poi “Le Purin de l’Angoise”, ‘il liquame dell’angoscia’, cavalca un mid tempo trascinante ed è tra i pezzi di stampo norvegese. “La Vipère Siffle” è tra le cose migliori di Count Bartok e soci, in quanto rappresenta il meglio di come riescano a variare nei pezzi i tratti melodici quanto il passo, l’andatura. La settima composizione è una suggestiva outro.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10