(Indie Recordings) Il binomio Sarke-Nocturno Culto si rinnova, si rinforza ed ecco il terzo e nuovo album “Aruagint”. I due musicisti dopo due album con una patina nera più espressiva ed accentuata scelgono ora un black ‘n roll più essenziale, asciutto. Sottraggono qualcosa a se stessi Nocturno Culto (ricordo, ai pochi, che è la voce e chitarra dei Darkthrone) e Sarke (ovvero il batterista dei Khold, inventore di questo progetto, come il monicker lascia suggerire), si abbandonano a linee del riffing semplici, immediate e con poche variazioni nell’economia dei pezzi. Giusto quelle necessarie. Riconosco che è facile riascoltare in giro qualcosa di tipico della band, cioè alcuni riff e melodie che rievocano cose dei due precedenti lavori, tuttavia Darkthrone (soprattutto per lo stile del drumming), ovviamente Khold, ma anche Satyricon (ci sono tre sessionmen live della band di Satyr che suonano in questo album) si presentano a più riprese nei pezzi. “Salvation” e “Rabid Hunger” concedono molte evoluzioni, sviluppano temi, danno un dinamismo superiore, rispetto alla sequenzialità di brani come “Walls of Ru”, la scontata e drammaticamente darkthroniana “Ugly” e via dicendo. Sinceramente scrivo che a “Aruagint” manca un po’ di sale. Qualcosa di scialbo e da già sentito c’è in giro e forse è fin troppo fisiologico visto chi vi suona; non ritengo che il songwriting si dimostri piatto, è mutato, di poco, però ha subito qualcosa che porta le canzoni verso una dimensione meno caratteristica. Ci sono dei buoni pezzi, ma anche diversi poco entusiasmanti, senza contare che trovo Nocturno Culto giù di tono in troppi momenti. Sono tutte considerazioni soggettive che ho tentato di attenuare valutando senza troppo pensare ai rimandi e badando alla musica in se stessa, ma non è stato facile e un giudizio definitivo mi porta a valutare l’album sulla sufficienza.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10