(Satanath Records) Per la serie “guardi la copertina, leggi il titolo, sorridi e butti su nel lettore con cattiveria”. Questi danesi sono allo stesso tempo divertenti e bravi. Quattordici brani che mettono nero su bianco (e scusate il gioco di parole) quattordici tracce tirate come una tagliola pronta a scattare per prendervi tra le sue rugginose fauci. Il fatto che i nostri si siano sbattuti in una moltitudine di palchi si sente eccome, con il risultato che l’incisione risulta genuina e potente. Pur parlando di black vecchio stile, quello che mi colpisce positivamente è l’attitudine spaccasassi stile Marduk più furenti e una decisa vena thrash che colloca la release una spanna sopra la precedente opera. Non aspettatevi dunque strutture canzoni troppo impegnate o lunghe. Qui si gioca sull’immediatezza e sull’immagine da cattivoni mangia croci. Una combinazione che funziona, diretta e bella cattiva come un pugno nel costato. Un solo consiglio: godeteveli.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10