(Argonauta Records) Strano l’abbinamento delle band di questa release, la quale vede gli italiani Sator con il loro doom/sludge pieno di percorsi sia personali che classici, affiancati al blackned noise atmosferico e sperimentale degli olandesi Gnaw Their Tongues. Tre brani per il progetto straniero, due per la band italiana, per due sonorità completamente diverse, quasi apparentemente abbinate per errore: eppure dopo i tre brani della one man band di Smallingerland, dopo quei venti minuti abbondanti di dissonanze, di rumori, di atmosfere cupe, agghiaccianti, destabilizzanti e pure liturgiche, lo sludge dei nostrani diventa un favoloso banchetto di suoni ruvidi scolpiti da trame psichedeliche penetranti, capaci di divagare verso teorie che in qualche modo mettono in congiunzione il doom più ruvido con un post metal ricercato, come chiaramente riesce a dimostrare l’ottima “Bloodstained Rags” in qualche meandro dei suoi dieci minuti abbondanti di durata. Una release accattivante, strana e perfino provocante: certo, l’autoproduzione digitale non attira nessuno… però, diavolo, quel vinile color oro edito dall’Argonauta Records altro non attende che essere torturato incessantemente dalla testina del giradischi!

(Luca Zakk) Voto: 8/10