(Forever Plagued) Questo gruppo olandese ha in sé molti musicisti più o meno conosciuti nel panorama black, vantando anche collaborazioni di tutto rispetto come quella con gli Urfaust. Ma non andrò a citare gli altri progetti perché non darebbero le coordinate sonore adatte ad ascoltare i Sator Malus. Qui infatti parliamo di black atmosferico a tratti quasi classicheggiante, nel senso sinfonico del termine. Questo almeno nell’intro, ma poi ascoltando bene tutto il resto dell’album non è altro che un connubio di melodie e rabbia. Una specie di lamento romantico in chiave black metal, un pensiero soave espresso con rabbia e forza, come un pugno dato su un letto di rose. E’ come se i Moonspell fossero tornati a fare black cattivo, ma con le atmosfere dei lavori più darkeggianti. Magari così scrivendo non trasmetto quello che forse a sua volta il gruppo voleva documentare, ma la sensazione che ho descritto mi è uscita subito fin dal primo ascolto e mi ha stretto la testa fino alla fine del cd. Certo, i testi raccontano di ben altre storie, molto meno suadenti e decisamente più ruvide, ma non la vedrei come una contraddizione, quanto piuttosto un completamento. Due aspetti dello stesso sentimento, lo struggimento, che si fondono a formare appunto i Sator Malus.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10