(Autoproduzione) Scavando nella memoria, mi sono reso conto di aver già avuto a che fare con i danesi Savage Machine: prima per l’ep “Through the Iron Forest”, poi per il singolo “Event Horizon” che anticipava il presente full-length. Vediamo allora che cosa sono riusciti a concepire questi nordeuropei, che si muovono sempre fra Evergrey (dunque melodic/groove metal) e suoni più classici heavy/power, e si affidano per la produzione al sempreverde Tommy Hansen. “Exodus” è un inizio sapiente e d’atmosfera, graffiante e quadrato, sospeso fra moderno e antico; aggressiva “The Hunter”, poi “Time Traveller” si snoda lungo otto minuti sapientemente costruiti fra rallentamenti e ripartenze, con un occhio alla NWOBHM che fu. “Behind the Veil” è un interessante momento acustico, mentre “The fourth Dimension” è una canzone epica, che emoziona con maestria nel suo crescendo. Di gran classe, e pronto per essere memorizzato, il refrain della solida “Fall of Icarus”, che ha anche una intro di basso molto alla Steve Harris; originale anche “Savior”, già presente nel singolo dello scorso anno, altro pezzo piuttosto lungo che unisce atmosfere power a un rallentamento con ripartenza che sa di NWOBHM. È ammirevole la capacità dei danesi di tenere insieme più suggestioni senza generare un calderone: certamente promossi.
(René Urkus) Voto: 7,5/10