(UDR Music) Secondo il trend sempre rispettato nelle ultime tre occasioni, a distanza di due anni dal precedente ecco il nuovo disco dei Saxon. “Sacrifice” è stato annunciato in ogni dove come il disco del back to the roots, e se gli intenti erano quelli di riproporre schemi degli eighties direi che Byford e soci hanno raggiunto lo scopo: la produzione naturalmente è potente e cristallina, ma l’ispirazione è quella di ormai tre decadi fa. Se volete bene alla band, questo può essere ritenuto un confortante segno di vitalità, fedeltà e competenza; se invece remate contro, per qualunque motivo, le dieci tracce di questo disco vi sembreranno uno sterile se non patetico tentativo di ingraziarsi nuovamente i vecchi fan, sempre più grassi e attempati, con una manciata di brani che sembrano ‘true’, ma in realtà sono meticolosamente studiati a tavolino per farvi fessi. Per una volta non sono fra i cattivi, e quindi sostengo la prima ipotesi, ma non ho ottenuto il trionfo che credevo con un defender che sosteneva (e tuttora sostiene) la seconda… La intro “Procession” ha questi suoni tribal-mesoamericani che la copertina suggerisce, ma la cosa finisce qui: la titletrack è la più classica delle bordate e l’ispirazione, come accennavo, mi sembra maggiore rispetto allo scialbo “Call to Arms”. Non che ci volesse molto, certo, ma è comunque un bene! “Made in Belfast” ha ovviamente qualche accenno irlandese, e colpisce ancora la produzione sicura e bilanciata. “Warriors on the Road” è dedicata al mondo della Formula 1; “Guardians of the Tomb” è forse l’unico brano spento, mentre “Walking the Steel” è un tributo, magari anche troppo scoperto, a quella che è stata la NWOBHM. Più aperte e rockettare, infine, le melodie di “Standing in a Queque”: il killer refrain lo trovate in “Night of the Wolf”. Tiriamo le somme? “Sacrifice” si fa ascoltare, diverte, a tratti addirittura coinvolge con entusiasmo probabilmente anche nella sua relativa brevità: se non vogliamo proprio lamentarci a tutti i costi, è il nuovo centro di cinque vecchie volpi del metallo che almeno si reggono ancora in piedi. Poco interessante il cd bonus, con ri-registrazioni e versioni acustiche o orchestrali di vecchi classici; per l’acquisto su itunes è disponibile una esclusiva bonustrack.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10