(Nuclear Blast) Sesto album per gli svedesi Scar Simmetry, ormai sempre più vicini a sonorità melodiche e easy. Fruibilità pura, meno estremismi, soprattutto grazie a una modernità del sound e del modo di comporre e con una maggiore ampiezza del groove, oltre a una buona tecnica generale che permette di non dimenticare i ‘valori’ del prog e i tagli sinfonici. La band ha avuto le sue stagioni stilistiche, si è guadagnata un certo rispetto sulla scena e tira avanti per una strada nella quale dà sfogo al proprio estro. Molto personalmente chi scrive ritiene i momenti prog, sinfonici e strumentali i passi migliori, quelli che dimostrano quanto la band valga qualcosa. Sicuramente ordinari nelle fasi più estreme, quelle marcatamente melodic death metal: ovvero un concentrato di riff che seppure puliti e chiari non fanno scattare la band a un livello più interessante. I passaggi prog alzano il tasso di stima ed esaltano l’ascolto, anche per via di melodie che hanno quel carattere tra sci-fi, space metal ed epic. Discreto il lavoro di Karlsson e Palmqvist, voce harsh e growl il primo, pulite il secondo, i quali danno veramente qualcosa in più quando si fondono, purtroppo raramente perché i due giocano solo sull’alternanza. Il loro feeling può ulteriormente migliorare e contribuire a caratterizzare maggiormente questo sound, il quale trova una splendida armonia in “Cryonic Harvest” oppure nella strumentale “Children of the Integrated Circuit”, dove un tocco Ayreon lucida al meglio questi due minuti e mezzo. La dipartita del chitarrista Jonas Kjellgren non ha intaccato i valori e anzi l’altro sei corde Per Nilsson si cimenta anche nella produzione. “The Singularity (Phase I: Neohumanity)” rappresenta un grande passo avanti per una band che si candida a diventare un’autorità in fatto di prog dal taglio fantascientifico.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10