(Silver City Records) Dopo il buon “Hot’n’Heavy”, si riaffacciano sul mercato i rumeni Scarlet Aura: stavolta i nostri offrono un sound molto più roccioso e metal, abbandonando le varie sfumature sonore che avevano caratterizzato il precedente disco. A giudizio di chi scrive, questo è un peccato: la proposta degli esteuropei finisce così per banalizzarsi e standardizzarsi, e se magari il pubblico degli interessanti così diventa più ampio, il valore intrinseco della loro proposta – che resta di buon livello, sia chiaro – inevitabilmente cala. Heavy/power aggressivo ma contemporaneamente ritmato e melodico per “Metal Hell”, che ha qualcosa dei vecchi Primal Fear; ruvida “Battle Cry”, con una Aura Danciulescu aggressiva come non mai, e in questo caso vengono subito in mente i Crystal Viper. “Loose Cannon”, con il suo testo piratesco, si presta bene a un heavy metal più grezzo e cadenzato, con il basso della new entry Rene Nistor a dominare in larghi passaggi; “High in the Sky” è un canto sofferto ed epico, mentre la potente “The Heretic” ha decisi passaggi marziali e un bell’approccio ruvido da parte di Aura. L’unico brano che inclina all’hard’n’heavy così presente nell’album precedente è la scanzonata “Daddy’s lil Monster”; in chiusura, un godibile riff incornicia “Scarlets united”, inno autocelebrativo (dotato anche di buone tastiere) per coinvolgere i fans. “Stormbreaker” porta comunque a casa un buon voto, ma molto è andato perso per strada.
(René Urkus) Voto: 7/10