(Unspeakable Axe Records) Riff tenebrosi e oscuri. Atmosfera che emana morte. Questo lavoro è decisamente sinistro ed emana puro death metal. Scorched, gli americani, e non il progetto di Daniel Arvidsson, chitarrista dei Draconian, dopo un demo e due split realizzano il primo album in studio, intitolando in un modo che lascia ben intendere la base testuale delle canzoni che lo compongono. “Echoes of Dismemberment” è cupo, violento, torbido, soprattutto per alcuni intermezzi d’atmosfera che sarebbero adatti a un b-movie gore e sanguinario. Morti e massacri passati attraverso un lavoro delle chitarre lacerante e tenebroso e che ricorda qualcosa degli Autopsy e Cannibal Corpse. Death metal da massacro suonato con truce convinzione e slanci che cambiano i ritmi e le andature, con assoli a volte decisamente dirompenti e con tratti slayeriani. Non è un sound nuovo, è degnamente old style “Echoes of Dismemberment”, ma soprattutto è la spontanea capacità di questa band di sapersi proporre in modo seriamente sanguinoso e spietato. Gli Scorched si fanno seguire, tramano, suonano, scandiscono un clima angosciante, orribile, nonché carico di un groove ovviamente malsano.
(Alberto Vitale) voto: 7,5/10