(Nuclear Blast Records) Se qualcuno pensava che Phil Anselmo si fosse adagiato sugli allori a contare il cospicuo numero di verdoni guadagnati portando in giro la musica dei Pantera (musica che, va ricordato, ha contribuito a creare, quindi a mio avviso ne ha pieno diritto), credo che rimarrà deluso. Phil è un entusiasta, ama visceralmente il metal in ogni sua forma, basti pensare allo sludge che propone con i Down o il groove death metal degli Illegals, per non parlare dei progetti passati, come Superjoint Ritual, per rendersi conto che il buon Anselmo non è proprio capace di starsene con le mani in mano. Dopo ben dieci anni di attività e tre EP all’attivo, finalmente arriva anche per gli Scour l’ora di pubblicare quel full length che aspettavo dal lontano 2017, anno di pubblicazione di “Red” (recensione qui), un lavoro molto promettente ma decisamente breve, tanto che mi ero riproposto di aspettare la band al varco della lunga distanza. “Gold” è una gran bella legnata di inaudita violenza, il trionfo della velocità, un orgasmo di blast beat inframmezzati da brevi strumentali atmosferici, in grado di creare una forte tensione ‘horrorifica’, ma che sono utili anche per rifiatare tra un’esplosione di violenza e l’altra. Rispetto al passato, la formazione statunitense ha ulteriormente aumentato l’intensità esecutiva ed anche i BPM, eppure non si arriva mai al casino fine a se stesso, grazie all’elevato tasso tecnico dei musicisti coinvolti, capaci di estrarre dal cilindro riff mai banali ed assoli sorprendentemente orecchiabili, se consideriamo il genere suonato. Bestiale anche la prova di Phil dietro al microfono, ben lontano dalla timbrica adottata con i Pantera, alternando un growl catacombale a scream lancinanti e potentissimi. Se amate dischi come “Panzer Division Marduk”, “Ugra Karma” ed il grind di Napalm Death, Misery Index e Lock Up, questo è il disco che fa per voi.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10