(New Model Label) Una tormenta di suoni ed emozioni. Gli Italiani Seahouse non sono classificabili, non si possono descrivere. Si possono solo godere. Dieci tracce ricche di attesa, suspance, stimoli, ispirazioni, nervosismi, tranquillità, ragione, pazzia. Forse appartengono al mondo del prog, se vogliamo usare questo termine come “tutto quello che non è qualcos’altro”. Quello che non sappiamo descrivere. Forse appartengono semplicemente al flusso di creatività che si materializza e parte da Lecce -loro città di origine- e si espande seguendo direzioni libere, dimensioni varie, sempre con livelli energetici elevati. “Cross The Line” sorprende, energia oscura, intensità profonda, panico e poi un mondo di piacere che si apre davanti; ma non è una situazione definitiva… l’inquietudine torna, la pazzia si espande. Stupendo il concetto virtuoso di “The Nu Band”: tradizione e modernità che si incrociano, si amalgamano, diventano una cosa unica, una cosa nuova. Strana e squilibrata “Coming Out”, l’unica traccia con (poche) linee vocali. Ma a questo punto è già chiaro che i percorsi creati dagli Seahouse sono pieni di groove, di fantasia, di personalità, e resi grandiosi dalle stupende capacità tecniche dei musicisti: il basso fa impazzire, le chitarre sono armoniose, il drumming accattivante, le tastiere avvolgenti. La dimensione sonora, la musica d’insieme, la potenza del gruppo aumenta con l’ottima “Panta Rei”, mentre la title track catapulta in un mondo digitale, astratto, astrale… che improvvisamente precipita a terra, nei decenni passati, altre mode, altre melodie… sempre contagiate da un futurismo… quasi un parallelo musicale di più epoche, immagini di ere diverse che si sovrappongono, con quelle future che rendono indefinite quelle passate. Ma è “Presa Diretta”, quasi alla fine del disco, che personalmente trovo pazzesca… una traccia alla quale arrivo dopo tutte le altre che la precedono…quasi un orgasmo sonoro dopo un preliminare musicale: drumming lineare a maledettamente catchy, chitarre che si inventano, suoni liquidi, gocce che cadono delicate in un mare rumoroso, un rumore accentuato dall’impostazione vagamente heavy della successiva “Into The Eyestorm”. Un album incisivo. “Cristalli” va percepito. Goduto. Sentito. “Cristalli” è una temperatura, un soffio, un tocco, un brivido, una percezione. E non è assolutamente necessario capirci qualcosa: “Cristalli” è emozione diretta, immediata, poderosa… e secondo me sono le emozioni più sincere, più forti, più memorabili ad essere collegate a cose e fatti che non comprendiamo, che ci fanno scivolare in un clima di totale abbandono.
(Luca Zakk) Voto: 9/10