(Gaphals Records) Questo gruppo vuole fare ciò che gli pare con i generi e sin dalla prima traccia si capisce che questi svedesi se ne vedono bene da ingabbiarsi in inutili etichette. Allora scatta la sfida col qui presente recensore, che tenta in tutti i modi di trovare delle assonanze, delle congruenze con quanto riconosce nel suo bagaglio sonoro. Ecco allora che saltano fuori delle sonorità decisamente NWOBHM, eppure la voce è una cosa bizzarra, una via di mezzo tra il cantato dei Jethro Tull e quello dei Vulture Industries! La batteria poi, sembra, assieme al basso, andare verso lidi molto più vicini al jazz che al metal. Il risultato? Un suono coeso e personale, che riesce a non sfociare nella confusione senza dover per forza negare il passato. Da provare? Assolutamente sì. Da amare? Qui non c’è una risposta netta. Sta all’apertura mentale di chi ascolta accettare o meno la sfida lanciata dal gruppo. Cangianti.
(Enrico Medoacus) Voto: 7/10