(Spikerot Records) Parlando del debutto omonimo degli italiani SednA, uscito nell’autunno del 2014, un collega con apparenti doti di chiaroveggenza dichiarava: “Momenti di furia e rabbia si alternano a parti più riflessive, ogni traccia legata alla successiva in un’unica opera da ascoltare senza pause di riflessione” (qui). I SednA hanno semplificato il concetto, in quanto il loro terzo album contiene una sola mastodontica canzone, risolvendo a monte il problema e togliendo ogni scadente tentazione di ascoltare un solo brano o il singolo di turno. No, con i SednA non ci sono singoli, non ci sono estratti… o tutto o nulla, o l’intera nebulosa tetra e malata o un silenzio di tomba. Black metal. Sludge. Doom. Post black metal: sapiente miscuglio, intelligente amalgama, sublime composto di musica estrema assolutamente carnale, viscerale… dalle emozioni calde come il sole ma fredde, gelide ed incompatibili con la vita, come gli abissi cosmici. Per rendere questo salto verso una nuova dimensione, una nuova galassia più coinvolgente, lo skill sublime della band è stato affiancato dal vocalist dei The Great Old Ones e dal chitarrista dei Lento, iniettando ulteriore depravazione sonora a questo assalto sonico travolgente. Il brano è un percorso contorto: fumoso, ritmato, inquietante in chiave post black, tuonante, estremamente furioso, atmosferico, ambientale e quasi etnico. Materiale talmente contorto e apparentemente contrastante che potrebbe essere sufficiente per scrivere più di un album, ma la genialità dei SednA è proprio questa: un completo caleidoscopio di emozioni tetre e sofferenze estreme condensato con maestria in poco più di mezzora di musica intensa!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10