(Horror Pain Gore Death Prod.) Il thrash metal è un genere che pian piano si evoluto presentandosi in forme sempre più perfette, ma i Serpent Crown abbattono questa evoluzione e azzerano tutte le sfumature evolutive del genere. Dara Santhai è la voce e chitarra, Will Carroll (ex Death Angel, ma pare che al momento non collabora più con la band) è il batterista e Dave Dinsmore il basso. Un trio che avvia questo omonimo lavoro, che dura meno di 30′, con l’opener “No Beacon of Light”, ruvido esempio di un thrash dozzinale e sporco. Il prosieguo dei brani rivela molte più idee e più variazioni. La chitarra elabora di più ed in netto contrasto con il cantato della stessa Santhai, espresso con una voce che andrebbe bene per un noise-post metal o qualcosa più sull’hardcore, visto per come urla con monocorde teatralità. Carroll fa il suo lavoro e con costante abilità ed ecco che i tre producono un sound robusto, il tipico “wall of sound” imparentato con il groove metal, atti di sludge e doom metal. Non vengono meno altri pezzi dozzinali, sporchi e ‘poveri’ di variazioni, come “To Live This Land” o la comunque trascinante “Doomsayer”. I Serpent Crown dimostrano ferocia, carica adrenalinica, rabbia con pezzi robusti o estremi e rivelano un’attitudine metal profonda, oltre ad un retaggio hardcore. Di loro si può apprezzare il modo di interpretare il genere, il modo di cantarlo e suonarlo, fatto con un atteggiamento per niente consueto. Non è per palati fini “Serpent Crown” e infatti si presta bene soprattutto per essere sparato a volumi da proteste del vicinato, ma essenziali per calarsi in un’atmosfera vicina all’apocalisse.
(Alberto Vitale) Voto 6,5/10