(Season Of Mist) I Seth e l’etichetta hanno diffuso l’album in streaming gratuito in anticipo rispetto alla data di uscita, fissata al 14 luglio. Una volta svelate le sembianze di “La France des Maudits” ognuno avrà fatto suo questo album dei francesi, il quale in fin dei conti mostra un certo fascino e consistenza nel suo essere. “La France des Maudits” mette in risalto le atmosfere quanto le emozioni che esse stesse succiano. L’idioma è il francese e ben si addice a questa disamina della società transalpina che proprio in questi tempi è (stata) al centro delle cronache a seguito di risultati elettorali esaltanti, come un goal visto allo stadio, oppure foriero di profonde riflessioni per altri. Tra parole prese a prestito da Baudelaire, nell’album si fanno riflessioni su tempi incerti, sulla morale, ideali traditi cioè quelli della fraternità, legalità ed uguaglianza, nonché della ‘grandeur francaise’, tutti però nascosti dietro figure e simboli retorici. Sangue, dolore, sofferenza, demoni, stigmate, divinità, avventi, sono chiavi di lettura di queste traslazioni di senso. Però senza andare a fondo a un’analisi testuale, la quale è, come tutti i musicisti, allegorica e dunque opinabile o fuorviante all’interpretazione, la musica dei Seth, il black metal, è più matura che rispetto al precedente album “La morsure du Christ” del 2021. C’è una maggiore lavorazione attorno ai pezzi e un enorme lavoro di arrangiamento. Si assiste a una band a suo agio sia nelle fasi sospinte dai blast beat che nei tempi medi. In particolare si assiste a una ottima coesistenza tra chitarre agguerrite e colme di trame melodiche e tastiere che fungono da arrangiamento o contraltare alle sei corde in più sezioni dell’album.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10