(Autoproduzione) Una intro e sei canzoni, per poco più di mezz’ora, le quali mostrano un sound caldo e uno stile versatile, strutturato e in fin dei conti progressive e con punte di crossover che risiedono nelle caratteristiche di questa band alternative metal di stanza a Bordeaux. Echi degli Audioslave, Alter Bridge, in piccola misura dei RATM per una band che esiste da soli da tre anni, ma offre un’identità e un cospicuo bagaglio di canzoni tali da creare un esordio piacevole. In sostanza Seven Eyed Crow non sono una realtà nata nei grandi circuiti alternative metal/rock americani, ma ne assorbe lo spirito restituendolo con una personale chiave di lettura. Una prima parte di “Dark Ways to the Sun” nella quale la band francese tenta l’approccio canonico al formato canzone (in ogni caso piacevole proprio la title track), più avanti invece salta fuori un estro compositivo diverso. Spunti prog e qualcosa che tende a mischiare influenze dei singoli, per una serie di pezzi che si mostrano agili ma pieni di ritocchi improvvisi. Riff forti e con una sottile vena di groove, la tendenza poi a giocare con gli alti e bassi delle atmosfere modellate anche grazie al buon cantato. Complessivamente “Dark Ways to the Sun” è un esordio di tutto rispetto: ben suonato, ottimamente prodotto, una voce che è un tratto distintivo e non da meno il sound. I girondini si mostrano esperti e creatori di buone canzoni e comunque meritevoli di un ulteriore lavoro per renderle ancora più fruibili, lavorando magari sui ritornelli.
“Dark Ways to the Sun” è in streaming QUI
(Alberto Vitale) Voto: 7/10