(Underground Symphony/Audioglobe) Gli Shadows of Steel furono fra gli animatori della prima, ‘vera’ ondata di power in Italia, e la loro attività discografica si situa appunto all’interno del quinquennio d’oro 1997-2002, che vide le opere prime o l’affermazione di Labyrinth, Rhapsody, Vision Divine, Domine, Heimdall e tanti altri. Dopo più o meno un decennio di silenzio (!), eccoli finalmente tornare in pista: in questo momento di grande revival, potevano mancare proprio loro, che con il debut autotitolato e con “Second Floor” scrissero belle pagine di metal made in Italy? In formazione, oltre ovviamente a Wild Steel, troviamo diverse vecchie glorie di quella stagione sopra menzionata: Andrew McPauls alle tastiere, Steve Vawamas al basso, e naturalmente Frank Andiver alla batteria. E allora, come suona questo “Crown of Steel”? L’opener nonché titletrack si posiziona in modo elegante nel filone del power/prog italiano più tastierato, sulla scia, appunto, dei primi Vision Divine o dei Labyrinth inizio anni 2000 (con qualcosa anche degli Eldritch, ma senza la rabbia dei toscani). Un chorus orecchiabile e qualche fuga strumentale contribuiscono in maniera significativa alla riuscita del pezzo. Delle keys spaziali e molto anni ’80 dominano completamente, forse addirittura in modo troppo invadente, “Waves of Time”; di grande impatto “Nightmare”, con un altro refrain arrembante e una struttura complessa, molto incline ad aperture progressive soprattutto nei solos. Più aggressiva “Outsider”, pezzo in cui Wild Steel sfodera la propria migliore prestazione, mentre “Recall” è l’immancabile power ballad, accorata ma capace di momenti di una certa epicità. Si chiude con la solidità di “Cast away”, un altro pezzo incalzante e ben riuscito, che trascina l’ascoltatore grazie a un ritornello chilometrico e ben impostato. Ho un solo appunto da muovere dal disco: la media dei minuti per brano è un po’ troppo lunga, almeno un paio di pezzi avrebbero tratto massimo giovamento con il taglio di qualche passaggio. Ma va certamente bene così, “Crown of Steel” è comunque in grado di annichilire una percentuale altissima delle uscite di genere in questo 2013.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10