(Season of Mist) Niklas Kvarforth è un uomo prigioniero dei suoi fantasmi, delle sue psicosi e delle sue dipendenze. Ma è anche un uomo libero. Artisticamente libero. E questo lo dimostra scrivendo album che si allontanano da schemi fissi, facendo inorridire fans e giornalisti improvvisati che lo accusano di non suonare più la roba dei primi quattro dischi. Questo percorso artistico io lo chiamo evoluzione, voglia di fare 10 album diversi, mai ripetitivi, una sfida stilistica ed artistica costante, un rimettersi in discussione eterno… quasi che questa fosse la sua unica cura, la sua unica medicina, un qualcosa che gli permette di stare in equilibrio dentro al suo scenario mentale completamente squilibrato. L’ultima volta che lo incontrai, Black Winter Fest 2016, chiacchierando e fumando backstage gli dissi che secondo me il suo album migliore fu “Redefining Darkness”. E se quello che venne dopo “IX – Everyone, Everything, Everywhere, Ends” era comunque una evoluzione musicale che partiva proprio dalla ridefinizione dell’oscurità, questo nuovo “X – Varg Utan Flock” è forse il disco più spiritualmente in linea proprio con quel capolavoro del 2012. Famoso per essere deviato, pazzo, imprevedibile ed assurdo, Niklas dimostra (come se fosse ancora necessario) le sue capacità al microfono già con “Svart Ostoppbar Eld”. Brano di apertura, tirato, drammatico, melodico… in un certo senso gli Shining stanno percorrendo -con stile comunque personale- i percorsi liberi da regole di bands grandiose come gli Hail Spirti Noir. È pertanto completamente stupido aspettarsi ancora una volta un disco di ‘Suicidal Metal’, sarebbe stupido ed ignorante perché un artista cresce, si sviluppa, cambia, evolve… proprio perché è un vero artista. “Gyllene Portarnas Bro“ è trionfale e decadente, suggestiva e provocante, lasciva e seducente. “Jag Är Din Fiende” (‘Sono il tuo nemico’, ndr) torna nel black metal ma con una pesante iniezione di melodia e groove, tanto che c’è pure un fantastico assolo del maestro Andy La Rocque (il quale ha pure curato registrazione, mix e master presso i Sonic Train Studios di sua proprietà). Violenza ed ansia struggente vengono espressi da “Han Som Lurar Inom”, prima della malinconia dello strumentale “Tolvtusenfyrtioett”, brano di solo pianoforte suonato dal noto pianista finlandese Olli Ahvenlahti. In chiusura l’inquietante “Mot Aokigahara”: brano strano, introspettivo… forse quello più in linea con “Redefining Darkness”. Il brano è altresì provocante, visto che ad un certo punto il vocalist dichiara il suo mese ed anno di nascita (dicembre 1983) affermando poi che la sua morte è prevista per dicembre … 2017. Qualcuno potrebbe vederci una commerciale teatralità, ma conoscendo Niklas, avendo visto quello sguardo puramente folle, mi si gela il sangue e posso solo sperare che la previsione non si avveri, nonostante io trovi agghiacciante quella schiettezza artistica, quell’apertura verso il prossimo di una intimità lacerata e completamente sconvolta. “X – Varg Utan Flock” cattura fin dal primo ascolto e continua a coinvolgere ad ogni singolo ascolto successivo. Album immediato ma anche capace di rivelarsi progressivamente. Permettetemi, ma questo non rientra nel teatrale, nel commerciale o nel privo di senso. Questo rientra semplicemente nella definizione di arte; e Niklas è in grado di ridefinirla come gli pare. Ogni singola volta.
(Luca Zakk) Voto: 9/10