(Pelagic Records) Quinto album per gli americani Shy, Low, band post rock completamente strumentale. Post rock, tra l’altro, è un termine molto limitativo, in quanto le divagazioni melodiche, i riff ad ampio spettro e le frequenti aperture verso teorie più pesanti, rendono il suono di questo disco molto più complesso e non esattamente classificabile. Già la opener “Where The Light Bends” rivela tendenze prog, con un groove dinamico, incalzante, capace di spaziare da malinconiche atmosfere che proiettano lontano a sonorità più corpose, più brillanti. Anticipata al Roadburn Redux, la bellissima “Helioentropy” è suggestiva e provocante: diffonde un senso di pace e delicatezza, crescendo verso concetti più estremi i quali si avvicinano anche al black metal, il tutto con una tecnica micidiale esaltata da un drumming coinvolgente. Contorta ed ipnotica la corposa “Umbra”, ancora concetti black sulle intense note di “Fulgurations”, particolarmente atmosferica con una visione cosmica “The Beacon”. “Fata Morgana” è infinitamente variegata: da pattern impulsivi e nevrotici a paesaggi incantanti, incantevoli, rilassanti, con un crescendo trionfale deliziosamente criptico. La conclusiva “Decease Spe Re” ama essere imprevedibile, tanto intima quanto graffiante, tanto poetica quanto pungente. Con la produzione di Mike Watts (The Dillinger Escape Plan, GlassJaw, Hopesfall, Tides of Man), “Snake Behind The Sun” – il cui titolo vuole essere una metafora legata al fatto che l’oscurità e la negatività si possono nascondere anche dietro momenti apparentemente positivi- è un album impattante, avvolgente, intrigante, avvincente. Un album composto con cura meticolosa, con una lunga sessione di prova e pre-produzione… eppure capace di offrire un senso di costante, illimitata e superlativa improvvisazione!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10